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Bloodborne: fiumi di sangue in esclusiva per PS4

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INTRODUZIONE

Apostrofato da molti come un successore spirituale della saga “Souls”, Bloodborne, nuova IP di From Software esclusiva Play Station 4, è molto più che un semplice successore, rappresentando quasi un distacco, una sorta di via parallela che gli sviluppatori hanno deciso di delineare, allontanandosi leggermente dai ritmi dei suoi precedenti lavori ma senza tradirne la struttura di base.

TRAMA

Come per tutte le precedenti opere del genio Miyazaki, la vicende di Bloodborne non sono sicuramente tra le più chiare ed esplicite che si possano immaginare ma sono circondate sin dall’inizio da un alone di mistero che viene lentamente diradato grazie alla lettura di alcuni testi, descrizioni di oggetti rinvenuti e qualche raro filmato. Si inizia nella clinica di Iosefka, nella città di Yharnam, sdraiati su un lettino pieno di sangue e in attesa di ricevere una trasfusione. Il motivo per cui ci troviamo in questa situazione? Quasi come da prassi, gli sviluppatori di From Software, decidono di lasciare il giocatore nel dubbio senza chiarire ne i motivi delle vicende, tanto meno gli obiettivi da raggiungere. Molto chiaro è, invece, il voler rendere più leggero lo sviluppo del personaggio con la crescita del proprio alter ego concreta e diretta. La scelta si fa evidente appena si inizia: saremo costretti a combattere a mani nude contro un lupo mannaro molto aggressivo, si viene di norma uccisi per esser subito catapultati nel “sogno del cacciatore“, un luogo misterioso nel quale si torna dopo ogni morte e nel quale il giocatore può modificare il proprio arsenale.

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MODALITA’ DI GIOCO

 

La vecchia-guardia, che ha giocato agli altri titoli del genere, troverà in Bloodborne un sistema a tratti familiare, con qualche differenza ben delineata in grado di stupire. Un esempio sostanziale è nell’aggiunta degli “Echi del Sangue“, da recuperare dopo ogni morte nel punto esatto della dipartita, che vanno a sostituire le “anime” (esperienza accumulata uccidendo le creature di Yharnam). Il distacco rispetto ai sedicenti predecessori è sottolineato anche dalla scelta di un gameplay dedito all’azione rapida ed incalzante, rimuovendo il sistema di magie classico ed eliminando  armature e scudi, abbandonando del tutto le influenze medievali per lasciar spazio ad una più suggestiva “aria” vittoriana. Qui si perde la mitologia di maghi, arcieri e cavalieri, ed al giocatore viene imposta la “macro-classe” del Cacciatore: un predatore rapido e spietato. Per quanto riguarda il comparto delle armi, quest’ultimo rappresenta una delle grandi novità poichè Bloodborne introduce l’utilizzo delle armi da fuoco. Il nostro cacciatore potrà portare con sé due armi bianche da utilizzare con la mano destra e due bocche da fuoco con quella sinistra. Le pistole, meno potenti delle lame, possono risultare molto utili per l’adozione di strategie differenti a seconda del nemico da affrontare. Le armi bianche invece sono trasformabili: con la pressione di un tasto, infatti, possono cambiare forma, tipo di attacco, danno e gittata. La mannaia dentata iniziale, ad esempio, può essere usata “chiusa”, a corto raggio, sferrando colpi più frequenti e rapidi oppure può essere estesa per arrivare a colpire nemici a maggiore distanza e anche in maggior numero grazie a colpi semicircolari che coprono un’area più ampia dinanzi al nostro cacciatore.
Oltre alla storia principale, Bloodborne ci dà la possibilità di trovare oggetti utili e accumulare punti esperienza nei “Dungeon del Calice“, labirinti generati casualmente che possiamo creare ai piedi degli altari nel “Sogno del Cacciatore“. Bloodborne non manca nemmeno della presenza del multiplayer che si divide in tre categorie: PvP, co-op e asincrono. Il PvP permette ad un massimo di due giocatori di invadere la partita di un altro cacciatore per sfidarsi in un deathmatch all’ultimo colpo. La co-op permette invece di affrontare i vari boss con l’aiuto di due altri giocatori: se il boss viene sconfitto, ogni giocatore riceve una ricompensa.

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GRAFICA E SONORO

Il comparto artistico di Bloodborne è un capolavoro! La bellezza di ogni area non si limita solamente ad un impatto estetico di primo livello ma implica un level-design che qui tocca nuove vette e setta nuovi standard. Ogni livello è studiato al millimetro per garantire e stimolare l’esplorazione di ogni angolo di gioco. Le scorciatoie, fondamentali soprattutto nel primo Demon’s Souls, tornano qui più vitali e necessarie che mai; trovarle, aprirle e sfruttarle è essenziale per proseguire nell’avventura senza dover ripetere lunghi tragitti pieni di pericoli e nemici da affrontare ogni volta, a meno che ovviamente non si voglia farmare e quindi si cerchino gli scontri di proposito. Ogni luogo è collegato attraverso diversi accessi e solo quando si incominciano a sbloccarli tutti si riesce a capire veramente, ed ammirare, il lavoro certosino che solo la mano di Miyazaki poteva garantire in Bloodborne. Ottimo anche il comparto audio: le sinfonie si sposano perfettamente con i movimenti. Discreto il doppiaggio in italiano.

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CONCLUSIONE

L’opera degli sviluppatori di From Software coadiuvati dal maestro Miyazaki è maestosa e si lascia ammirare, mantenendo però altissimo il livello di difficoltà con l’aggiunta di un gameplay più action con conseguenti ritmi di gioco più veloci e più “digeribili” anche a chi si avvicina per la prima volta a un titolo del genere. Sono sempre richiesti impegno e dedizione e potrebbero non essere pochi quelli che anche stavolta molleranno il gioco. “Bloodborne è per molti ma non per tutti“.

Qui il trailer del gioco:

Carlo Carpio

 

 

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