Home Console Focus Risen 2: Dark Water, la grafica pompata non fa un gioco!

Focus Risen 2: Dark Water, la grafica pompata non fa un gioco!

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Nome: Risen 2: Dark Water
Uscita: 27 aprile 2012
Tipologia: Gioco di ruolo, Adventure 
Piattaforme: PC, Xbox 360, PS3
Team di sviluppo: Piranha Bytes 

TRAMA

Risen 2: Dark Water, secondo capitolo della serie ideata e realizzata dai ragazzi di Piranha Bytes, si presenta in tutto e per tutto come un gioco di ruolo vecchia scuola: si allontana dalle novità di titoli come Mass Effect, The Witcher e Skyrim alzando allo stesso tempo la qualità del genere. Le vicende narrate saranno quelle di un eroe senza nome che si trova bloccato in uno dei quartier generale dell’Inquisizione, con una vistosa benda all’occhio che ricorda i dolori delle battaglie passate. Caldera, questo il nome del quartier generale, è occupata e il suo mare infestato da un Kraken che,  guidato dalla volontà dei titani, impedisce a qualsiasi nave di portare rifornimenti sull’isola. Stanchi delle tante vittime e dall’ennesimo attacco del mostro marino, vestendo i panni del nostro eroe, impugneremo la spada e ci lanceremo sulla spiaggia cercando di salvare più innocenti possibili. Sulla spiaggia faremo la conoscenza di Patty, salvandola dalle fauci del mostro: da qui in poi ci sarà un susseguirsi di avventure che ci porteranno a contatto con tribù indigene, gnomi e riti vodoo.

MODALITÀ DI GIOCO

Un titolo piratesco come Risen 2: Dark Waters è sinonimo di combattimenti con le spade e di certo il gioco di Piranha Bytes non è da meno. La tipologia di armi a nostra disposizione si suddividono in tre gruppi principali: le spade studiate per la perforazione come stiletti e rapier; sciabole e maceti, appartenenti alla sezione delle spade da taglio ed infine le armi da lancio, tra le quali troviamo lance, coltelli e anche bombe ad uso limitato. Per il combattimento dalle lunghe distanze la divisione principale è tra fucili, pistole e moschetti, caratterizzati da diversa portata, velocità e precisione. In questo caso dovremo fare attenzione al numero delle munizioni: una volta terminate, dovremo rifornirci dai mercanti sparsi per la mappa di gioco. Ad affiancare questa notevole varietà di armi un gameplay a tratti legnoso e poco fluido. Il sistema di combattimento, infatti, risulta molto semplice: al giocatore basterà premere in continuazione il pulsante sinistro del mouse, ad esempio, per sferrare colpi con estrema facilità.  Fattore carente anche in questo gioco è l’intelligenza artificiale, fin troppo deficitaria e sempliciotta: sarà davvero semplice sconfiggere nemici o aggirarli senza farsi scoprire. Purtroppo anche il sistema della telecamera presenta dei problemi, rendendo gli scontri il punto più debole di tutta la produzione. Discorso diverso quello per le pratiche magiche, basate soprattutto su incantesimi per indebolire, per controllare la mente o per evocare: aspetto questo, che introduce la possibilità di affrontare una situazione difficoltosa, scegliendo una strategia piuttosto che un’altra.
Novità che sorprende, è l’abbandono da parte del team di sviluppo della canonica evoluzione del personaggio, appannaggio di ricompense sotto forma di “punti gloria” utilizzabili per aumentare le caratteristiche del nostro eroe. L’ attribuzione però non sembra essere ben bilanciata: l’uccisione di animali innocui ci frutteranno pochissimi punti in confronto all’uccisione di nemici più pericolosi. Inoltre in giro per l’arcipelago sarà possibile trovare NPC disposti ad insegnarci mosse ed abilità speciali oppure entrare in possesso di progetti di armi: basterà trovare i materiali necessari e recarsi ad una forgia.

GRAFICA E SONORO

Dal punto di vista grafico il titolo è eccezionale. Le dettagliatissime foreste, i fondali marini trasparenti e le città rese alla perfezione sono gli elementi grazie ai quali si crea un’atmosfera evocativa e magica. Tutto il mondo che ci circonda è vivo, grazie all’enorme quantità di piante e all’ottima resa spaziale dei suoni e del clima. Non bene i modelli poligonali dei personaggi, che seppur carismatici, sono meno caratterizzati in confronto ad altre produzioni e nettamente più grezze su console rispetto alla versione PC.  Ottimo l’utilizzo della luce e l’implementazione di texture complessivamente convincente. Nota dolente è stato constatare l’estrema somiglianza tra loro delle navi: in un titolo piratesco dove ogni nave rappresenta l’anima di un pirata, questo aspetto doveva essere curato alla perfezione e invece ci delude profondamente. Buono il sonoro in inglese con un doppiaggio italiano caratterizzato da sottotitoli curati e precisi.

IN CONCLUSIONE

Risen 2: Dark Waters non eccelle a causa di diverse problematiche: scelte e idee intelligenti rese in modo troppo superficiale. Un’ottima resa grafica, presa da sola, non è in grado di produrre un titolo solido se di fianco l’accompagna un gameplay fin troppo deficitario: l’atmosfera ci catapulta in un mondo onirico, mentre le meccaniche di gioco ci svegliano bruscamente!
Il titolo è indirizzato fortemente agli amanti del mondo della pirateria e delle avventure per i sette mari: un buon RPG per chi vuole vivere un’esperienza emozionante.

La Redazione

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